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giovedì 20 novembre 2014

Basi di economia (5/6) - risparmi & investimenti

Quinta puntata sui principi fondamentali di economia. Qui si trova la quarta parte.



Nella prima parte abbiamo detto che la produzione di beni e servizi richiede mezzi di produzione - manodopera e capitale (NB: il capitale consiste nelle materie prime e nei macchinari disponibili). Ma da dove vengono i mezzi di produzione? Molto semplicemente, qualcuno deve produrre i macchinari e raccogliere le materie prime. Per fare ciò servono risorse, cioè - a loro volta - lavoratori e capitale [1]. La produzione di beni capitali o strumentali (cioè, sintetizzando, di macchinari e materie prime) si chiama "investimento".

I lavoratori e i macchinari possono essere impiegati o per la produzione di beni di consumo, o per la produzione di beni capitali. Quelli impiegati nella produzione dei beni capitali non possono essere contemporaneamente impiegati nella produzione dei beni di consumo, e viceversa. Ricollegandosi alla prima lezione, il trade-off dei beni capitali è costituito dai beni di consumo che si sarebbero potuti produrre con le medesime risorse [2]. Ciò significa che la realizzazione di un bene capitale richiede necessariamente una minor produzione (e, quindi, un minor consumo) di beni di consumo. Detto in altri termini: gli investimenti possono essere fatti solo in presenza di una rinuncia a consumare, ovvero solo in presenza di risparmi. I risparmi consentono di spostare una parte dei mezzi di produzione verso la realizzazione di beni capitali. Senza il risparmio, tutti i mezzi di produzione verrebbero impiegati nella realizzazione di beni di consumo. Perciò i risparmi [3] sono indispensabili per fare investimenti.

A loro volta, gli investimenti sono indispensabili per la produzione dei beni di consumo. I mezzi di produzione vanno sostituiti nel tempo: i macchinari si deteriorano e vanno riparati, le materie prime vengono consumate e vanno estratte di nuovo, la manodopera invecchia e viene sostituita da persone più giovani (le quali devono essere istruite per fare determinati lavori). Gli investimenti servono a fare queste cose. Ma non solo: gli investimenti sono essenziali per la crescita economica. Gli incrementi di produttività sono legati all'innovazione tecnologica, che è un bene capitale. La formazione scientifica e la ricerca sono investimenti.
Sfortunatamente molti economisti si dimenticano del ruolo degli investimenti, sostenendo invece che siano i consumi a trainare l'economia. Eppure basterebbe constatare che, se nessuno risparmiasse, nel giro di pochi anni il deterioramento del capitale renderebbe impossibile la produzione di qualsiasi bene di consumo. Gli investimenti (e, quindi, i risparmi) consentono l'accumulazione del capitale ed il conseguente aumento della produttività, risultando perciò in maggiore capacità di consumo. I consumi di oggi sono una conseguenza degli investimenti (e, quindi, dei risparmi) di ieri.


Ovviamente, affinché vengano effettuati investimenti, bisogna che vengano remunerati coloro che risparmiano e coloro che investono. Il risparmio comporta la rinuncia al consumo immediato; è un servizio e, in quanto tale, va ricompensato. L'investimento comporta impegno e rischio imprenditoriale; anch'esso è un servizio, anch'esso va ricompensato.
In un'economia monetaria, i tassi d'interesse remunerano i risparmiatori e i profitti remunerano gli investitori. Inoltre tassi e profitti veicolano informazioni: i primi indicano l'abbondanza o la scarsità dei risparmi, i secondi l'abbondanza o la scarsità dei beni prodotti (e, quindi, la loro utilità).

Weierstrass

Qui la sesta e ultima parte. 

[1] Si consideri, per esempio, un'azienda che produce automobili. Essa impiega macchinari più o meno complessi, che a loro volta sono stati realizzati per mezzo di altri macchinari. E così via. Il capitale, cioè l'insieme dei beni capitali, è strutturato in stadi di produzione: i primi stadi consistono (per esempio) nell'estrazione delle materie prime, mentre gli ultimi riguardano il confezionamento dei beni di consumo che verranno venduti al dettaglio.

[2] Consideriamo un pescatore primitivo su un'isola deserta. Ogni giorno pesca a mano 5 pesci (beni di consumo). Al fine di pescare più pesci, decide di realizzare una rete (bene capitale). Per farlo, deve impiegare due giorni di lavoro e rinunciare ai 10 pesci che pescherebbe in quel lasso di tempo. Inoltre, per non morire di fame durante quei due giorni in cui non può pescare, deve accantonare un po' del cibo pescato nei giorni precedenti. Il risparmio - ovvero la rinuncia al consumo immediato dei pesci - è l'elemento indispensabile per l'investimento - ovvero per la realizzazione della rete da pesca.

[3] Si noti che si sta parlando di risparmi reali - cioè di persone che, pur avendo prodotto dei beni di consumo (o avendoli ottenuti scambiando il frutto del loro lavoro), rinunciano a consumarli. 

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