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domenica 23 novembre 2014

Basi di economia (6/6) - miscellanea

Sesta ed ultima puntata sui principi fondamentali di economia. Qui si trova la quinta parte. 



Nel corso delle puntate precedenti abbiamo visto (molto rapidamente) diversi concetti basilari per lo studio dell'economia. Se ne potrebbero elencare molti altri, ma per ragioni di sintesi ho preferito selezionarne alcuni ed esporli qui nella maniera più concisa possibile.

Scienza sociale 
L'economia è una scienza sociale [1], cioè studia il comportamento umano in determinate situazioni. Deve comprendere le caratteristiche dell'agire umano, soggetto a interessi personali e incentivi esterni. In generale, non è in grado di effettuare esperimenti riproducibili. Perciò è indispensabile l'impiego dei ragionamenti logici, mentre è necessaria molta cautela nell'applicare modelli matematici a questo ambito.

Interventi statali 
Le persone agiscono in base agli incentivi che ricevono. Lo sappiamo già. In particolare, una persona o un'azienda prendono decisioni economiche nella consapevolezza che pagheranno di tasca propria gli eventuali errori. Sono incentivati a non sbagliare [2]. Gli enti statali non hanno questo incentivo, poiché i loro errori vengono pagati coi soldi dei cosiddetti "contribuenti". Perciò bisogna stare attenti nella concessione di maggiori poteri allo Stato, dal momento che i suoi interventi sono più propensi al fallimento.

Pianificazione e complessità 
Un sistema economico è tipicamente composto da un gran numero di persone (migliaia, milioni o miliardi), ognuna con i propri desideri e una propria idea per realizzarli. Si tratta di un sistema complesso, quindi difficilmente esistono soluzioni che vadano bene a tutti [3]. Questo è uno dei motivi per cui la pianificazione centrale riesce difficilmente a soddisfare le persone o, più semplicemente, a funzionare come si vorrebbe. A meno di avere il dono dell'onniscienza, non si può pianificare a priori ciò di cui ha bisogno ogni singola persona. Il sistema dei prezzi serve ad affrontare questo problema: tramite continui aggiustamenti, le aziende cercano di inseguire (e, entro certi limiti, prevedere) i desideri dei clienti.

La ricchezza si crea 
La ricchezza (cioè l'insieme dei beni e dei servizi utili alle persone) non è una quantità "fissata" e immutabile nel tempo. La ricchezza viene creata dal lavoro, cioè tramite i mezzi di produzione. Un miglioramento dei mezzi di produzione consente una maggiore produzione di ricchezza. Perciò il fatto che qualcuno diventi più ricco non implica necessariamente che qualcun altro diventi più povero.

La legge delle conseguenze non previste 
Quando un Governo fa una proposta di natura economica (o di altro tipo), bisogna tenere in considerazione le sue prevedibili conseguenze. Ma non solo. Infatti possono presentarsi conseguenze non previste e non intenzionali (alcuni esempi). Ciò dovrebbe indurre i legislatori a pensarci molto bene prima di mettere in pratica le loro proposte. Alcune leggi vengono fatte con le migliori intenzioni, ma - purtroppo - le conseguenze non dipendono dalle intenzioni.

"There's no such thing as a free lunch" 
Non esistono pasti gratis. E' un modo diverso per esprimere il concetto di costo-opportunità: ogni scelta implica la rinuncia a qualcosa. Per esempio, quando un Governo promette nuovi privilegi/benefit/aiuti/sussidi per qualcuno, significa che qualcun altro li dovrà pagare - in un modo o nell'altro.

Bene, adesso abbiamo gli strumenti fondamentali per pensare come un economista e analizzare fatti/proposte in ambito economico. Ricordo che questa serie (Basi di economia) è praticamente una raccolta di constatazioni, non di teorie.

Weierstrass

[1] A differenza (per esempio) della biologia e della fisica, che sono scienze naturali - cioè studiano i fenomeni naturali.

[2] Questo non implica che non sbaglieranno mai. Sono esseri umani, è chiaro che possano sbagliare. Però tenderanno ad evitarli maggiormente, rispetto a una situazione in cui non sia presente tale incentivo.


[3] Consideriamo, per esempio, la produzione delle scarpe. Potrebbe esistere una soluzione unica per tutti (one size fits all)? Ovviamente no. Ad alcuni servono scarpe da ginnastica, ad altri scarpe eleganti, ad altri stivali. Ad alcuni servono scarpe nere, ad altri scarpe bianche, ad altri scarpe marroni. E così via. La complessità di questo settore riflette la complessità dei desideri dei suoi clienti. 

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