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martedì 13 ottobre 2015

Free banking - il libero mercato del sistema bancario (1/3)

Nei precedenti articoli sulla storia della moneta abbiamo descritto la nascita del sistema di banche libere (o free banking). Il ruolo della banca è evoluto - tramite processi spontanei - dalla semplice custodia della moneta-merce all'intermediazione tra risparmiatori ed investitori. In questo articolo vogliamo richiamare le caratteristiche del free banking e citare qualche esempio storico. 


Come abbiamo visto nella nostra trattazione sulla riserva frazionaria, le banche svolgono due operazioni principali: raccogliere il denaro dei risparmiatori (base monetaria) e concedere prestiti emettendo moneta bancaria (o fiduciaria). Ricordiamo che la base monetaria è un mezzo di pagamento inconvertibile, mentre l'espressione "moneta fiduciaria" descrive tutti gli strumenti di pagamento convertibili in base monetaria. 

In pratica, ogni volta che una banca riceve un deposito di base monetaria (es. 10'000 €) da un risparmiatore, presta moneta bancaria per una cifra inferiore (es. 9'000 €). La moneta bancaria così emessa viene quasi sempre depositata in una seconda banca, che ne chiede la riscossione in base monetaria. La base monetaria che resta in mano alla prima banca (1'000 €)  funge da riserva per soddisfare eventuali prelievi da parte del risparmiatore/correntista [1]. Gli interessi ricavati grazie al prestito di cui sopra servono a remunerare sia la prima banca, sia il correntista. A sua volta, la seconda banca può prestare moneta bancaria per un cifra inferiore (es. 8'100 €) al deposito ricevuto. E così via: per ogni deposito, la banca ricevente concede un nuovo prestito - che si traduce in un nuovo deposito. Dopo molte iterazioni di questo processo, tutta la base monetaria viene tenuta a riserva dalle banche. Viene frequentemente prelevata e ri-depositata nelle stesse, perciò non è possibile concedere altri prestiti senza correre il rischio di insolvenza. Sia i debiti che i crediti del settore bancario sono un multiplo della base monetaria, e tale valore numerico dipende dalla percentuale di base monetaria tenuta a riserva a seguito di ogni deposito.

Il meccanismo sopra descritto viene applicato sia in un sistema bancario libero da interventi statali (free banking), sia in un sistema a Banca Centrale (central banking). Vi sono però due differenze fondamentali:
  1. Nel central banking la base monetaria è costituita dalla moneta legale emessa dalla Banca Centrale; la sua quantità può essere aumentata/diminuita a piacimento. Invece nel free banking non esiste una Banca Centrale, perciò la base monetaria è scelta tramite processi di mercato; tra i vari criteri di scelta, quello più importante riguarda la scarsità [2].
  2. Nel central banking esistono restrizioni legali all'emissione di moneta bancaria, mentre nel free banking no.
Consideriamo il punto 2. Se nel free banking non esistono restrizioni all'emissione di moneta bancaria (assegni, bonifici, carte di credito e - a differenza dell'attuale central banking [3] - banconote), cosa impedisce ad una banca di emettere la sua moneta in quantità illimitate? Il fatto che, trattandosi di un mezzo di pagamento convertibile, chi la riceve può chiederne la conversione in base monetaria [4]. Le altre banche sono molto incentivate a farlo, poiché in questo modo possono aumentare le proprie riserve di base monetaria, concedere una quantità maggiore di prestiti ed ottenere più profitti. Perciò, se una banca concede troppi prestiti tramite l'emissione di troppa moneta bancaria, subisce un'emorragia di riserve [5]; se le riserve diventano insufficienti a soddisfare tutte le richieste di conversione, la banca fallisce. Quindi sono le riserve di base monetaria a limitare la quantità di prestiti concessi da una banca.

A sua volta, la quantità di riserve è stabilita dalla frequenza e dall'entità dei prelievi - ovvero dall'effettivo risparmio dei correntisti. Se i correntisti risparmiano tanto, prelevano poco e la quantità di riserve necessarie a soddisfare le loro richieste è piccola. Viceversa, poco risparmio comporta tanti prelievi e quindi una grande quantità di riserve bancarie. Perciò il credito bancario erogabile in un sistema di free banking è limitato dai risparmi disponibili [6].

Un'altra relazione fondamentale è quella tra risparmi e tassi d'interesse. Una maggiore offerta di risparmi consente di aumentare l'offerta di prestiti e, conseguentemente, diminuire i tassi d'interesse su quest'ultimi. Una minore offerta di risparmi comporta una diminuzione nell'offerta di prestiti, perciò maggiori tassi d'interesse. In sostanza, le variazioni dei tassi d'interesse dipendono dalla quantità di risparmi. Sappiamo inoltre che i tassi d'interesse influiscono sulla quantità di investimenti: tassi minori incentivano più investimenti, mentre tassi maggiori li riducono. Perciò siamo giunti alla conclusione che, in un sistema di free banking, la quantità di risparmi influenza la quantità d'investimenti. Questo risultato è particolarmente importante [7] poiché - dal punto di vista reale - sono i risparmi a finanziare gli investimenti [8].

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Weierstrass

[1] Le riserve della banca non sono mai sufficienti a soddisfare contemporaneamente tutte le possibili richieste di prelievo. Ma non c'è bisogno che lo siano, fintanto che le quotidiane richieste di prelievo riguardano solo una piccola percentuale dei depositi bancari.

[2] E' importante che la quantità di base monetaria non vari nel tempo, o vari lentamente. Storicamente furono scelti i metalli preziosi (oro, argento), cioè una tipologia di moneta-merce. 

[3] Ogni Banca Centrale ha il monopolio nell'emissione di banconote e di riserve bancarie detenute presso di essa, che costituiscono (come già detto) la moneta legale.  

[4] La moneta bancaria è una passività della banca: la banca si impegna a convertire le sue banconote in base monetaria. Troppe passività portano alla bancarotta. 


[5] Ricordiamo che le riserve servono a soddisfare anche le richieste di prelievo da parte dei correntisti, oltre che le richieste di conversione da parte delle banche concorrenti. 

[6] Si noti che, in tale sistema, la tesaurizzazione non presenta alcun problema. Se le persone preferiscono tenere una maggiore quantità di banconote "sotto il materasso", significa che quelle banconote non circolano; nessuno ne chiede la conversione, perciò la banca emittente ne può emettere altre. L'offerta di moneta bancaria è libera di adeguarsi alla sua domanda - cosa che non può fare in un sistema a Banca Centrale. 

[7] Si noti che tale relazione non è necessariamente vera per un sistema di central banking. Come abbiamo visto nella nostra analisi su moneta e inflazione, la Banca Centrale può alterare a piacere i tassi d'interesse. La relazione tra risparmi reali ed investimenti viene così a mancare. In un futuro articolo ne approfondiremo le conseguenze. 

[8] Non può che essere così. Ricordiamo: "il trade-off dei beni capitali è costituito dai beni di consumo che si sarebbero potuti produrre con le medesime risorse [...] la realizzazione di un bene capitale richiede necessariamente una minor produzione di beni di consumo [...] gli investimenti possono essere fatti solo in presenza di una rinuncia a consumare, ovvero solo in presenza di risparmi".

14 commenti:

  1. Una domanda, ma se in un tale sistema con gold standard una banca usasse parte dei propri profitti per comprare oro sul mercato internazionale, metterlo nelle sue riserve e stampare l'equivalente in moneta per poi prestarla, cosa succederebbe? Non si andrebbe a creare in questo caso un processo di aumento del credito in circolazione senza che sia aumentato previamente il risparmio?

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    1. In questo esempio, non mi torna molto la logica delle azioni della banca. Stiamo supponendo che essa abbia inizialmente del denaro e che lo usi per comprare dell'oro. Ma, essendo un gold standard, quel denaro è già oro (oppure è convertibile in esso, cioè ci sono già delle riserve di oro), perciò a che scopo usarlo per comprare altro oro? Non sarebbe più semplice se la banca decidesse di prestare direttamente quel denaro iniziale? In tal caso, l'aumento del credito avverrebbe in conseguenza dell'aumentato risparmio (poiché la banca sta risparmiando quel denaro, anziché usarlo per comprare beni di consumo).

      Comunque, nei sistemi di gold standard gli strumenti di pagamento sono fatti di oro (es. monete metalliche) o convertibili in oro (es. banconote, assegni, bonifici, etc). Quindi una quantità aggiuntiva di oro fisico (per esempio, ottenuta dalla scoperta di un nuovo giacimento aurifero) può essere usata per aumentare la quantità moneta - senza che ci sia necessariamente un aumento del risparmio. Questo è certamente un problema, tanto più grave quanto maggiore la quantità addizionale di oro che viene introdotta nel sistema monetario. Si tratta di un problema indipendente dal sistema bancario: si verificherebbe anche se non esistessero banche, o se applicassero un coefficiente di riserva del 100%.

      In pratica, però, si tratterebbe di una questione marginale: tipicamente, la quantità di oro estratta ed usata per coniare monete sarebbe "piccola" rispetto al totale. Inoltre tale moneta addizionale non finirebbe tutta nel settore del credito, ma andrebbe ad aumentare anche i prezzi del beni di consumo.

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    2. Grazie per la risposta. Però mi pare sia diverso se ad esempio ci fosse un importante afflusso di oro in un paese senza gold standard (dove in prezzi dell'oro semplicemente scenderebbero) rispetto a un paese dove il sistema aureo è presente dal momento che in questo caso potrebbe prendere vita un ciclo boom/bust essendo che potrebbe venir stampata nuova moneta non sostenuta da risparmi. Ad esempio se in un paese con gold standard si scopre un nuovo giacimento d'oro che si fa? Lo si adibirebbe solamente ad usi non monetari per evitare un eventuale inflazione?

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    3. Un afflusso di oro ha sicuramente effetti diversi a seconda del sistema monetario. Nella risposta precedente mi riferivo proprio a un sistema dove c'è il gold standard: l'oro aggiuntivo può essere usato per creare "base monetaria". Come scrivi correttamente, ciò non succede in un paese senza gold standard.

      C'è poco da fare: il gold standard si basa sull'assunto che la quantità di oro non aumenti (o aumenti di poco) di anno in anno. Se invece aumentasse di parecchio, non avrebbe più senso adottare l'oro come standard.
      A sua difesa va detto che:
      - Effettivamente, la quantità di oro non aumenta vertiginosamente di anno in anno. Peraltro, ciò che conta sono gli aumenti relativi nella sua quantità. Più è grande la quantità totale di oro, minore è la probabilità che possa aumentare bruscamente in termini relativi.
      - L'oro ha anche degli usi non-monetari. Una perdita di valore della moneta (inflazione) può spingere ad usarlo per tali fini, anziché a monetizzarlo.
      - Affinché si verifichi un ciclo boom-bust, bisogna che la nuova moneta entri nel settore finanziario. Come dicevo nella precedente risposta, non è scontato che lo faccia.
      - Affinché si verifichi un ciclo boom-bust, questo flusso di oro dovrebbe durare per un po' di tempo: se fosse un evento "una tantum", i tassi d'interesse si riaggiusterebbero in breve tempo. Certamente ci sarebbe qualche investimento sbagliato, ma non si potrebbe verificare un evento in stile 2007-2008.

      Tutto ciò detto, adottare un gold standard significa correre questo rischio. In effetti, esistono proposte alternative. C'è chi suggerisce di continuare ad usare la moneta statale, ma di "congelarne" la quantità: significherebbe impedire che la Banca Centrale ne crei altra. Questo sistema simulerebbe "artificialmente" la scarsità dell'oro, ma senza il timore che venga scoperto un nuovo giacimento.

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  2. Un altra domanda, perché in un gold standard con free banking le singole banche dovrebbero avere il diritto di emettere più moneta di quanta ne permetta la loro base monetaria in oro? So bene che come hai spiegato fare ciò le creerebbe svantaggio, ma a mio parere dovrebbe essere proprio illegale stampare moneta in eccesso in rapporto alle riserve auree, in quanto si ricorrerebbe di fatto in un reato di contraffazione. Mi spiego meglio, dovrebbe esistere un organismo di controllo che controlla l'emissione di moneta di ogni singola banca in relazione alla sua riserva aurea e punire legalmente nel caso qualche banca crei più moneta di quanto dovrebbe essere legale. Ad esempio se la Banca Tizio ha 100kg di riserva aurea e per una data convertibilità potrebbe (ad esempio) creare 50.000$. Dal momento che questo organismo nei suoi controlli abitudinari vedesse che la Banca Tizio, a riserve immutate (sempre 100 kg), abbia emesso altri 20.000$, dovrebbe essere imputata di contraffazione davanti a un tribunale avendo di fatto falsificato la moneta, che essendo un espressione di un dato peso di oro può essere emessa solo se quella quantità di oro in possesso della banca aumenta

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    1. Riporto la domanda: "perché in un gold standard con free banking le singole banche dovrebbero avere il diritto di emettere più moneta di quanta ne permetta la loro base monetaria in oro?"

      Bisogna premettere che la moneta bancaria di un sistema di free banking è diversa dalle banconote e dalle monete metalliche che esistono nel sistema attuale a Banca Centrale (central banking).
      La moneta bancaria è un credito per chi la possiede, ed un debito per la banca che l'ha emessa; è un "pagherò", cioè una promessa di pagamento emessa dalla banca. E' come se io scrivessi su un foglio che il possessore di quel pezzo di carta potrà ritirare 100 once d'oro dalla mia cassaforte. Ho il diritto di emettere tutti i pagherò che voglio, ma chiaramente nessuno è obbligato ad accettarli in pagamento. Se la gente si fida di me (perché sa che ho molto oro nella mia cassaforte), accetterà di ricevere in pagamento i miei pagherò; altrimenti, no. Lo stesso discorso vale per la banca: ha il diritto di emettere tutti i pagherò (moneta bancaria) che vuole, purché nessuno sia obbligato a farsi pagare con quelli.
      La moneta statale, invece, ha valore legale: non si può rifiutare. Volenti o nolenti, si deve accettarla come mezzo di pagamento. Inoltre non è un titolo di debito, perché non è convertibile in nulla.

      Dunque le banche possono emettere moneta bancaria perché è un loro titolo di debito: la possono emettere solo perché c'è qualcuno che volontariamente la accetta. Non esiste un limite per indebitarsi: il limite è dato solo dalla volontà altrui di "accettare" quel debito.
      La contraffazione invece non consiste nell'emettere titoli di debito propri. E' una cosa diversa: nel sistema attuale, è copiare la moneta statale. In un sistema di free banking, sarebbe copiare le banconote di un'altra banca o colorare un altro metallo per farlo sembrare oro.

      Quando emette moneta bancaria, la banca non dice di avere una pari quantità di oro nelle sue riserve: si impegna "solo" a convertire (su richiesta) in oro quella moneta. Quindi non c'è frode. Certamente può succedere che non mantenga l'impegno preso, e allora fallisce (come giusto che sia).

      Tutto ciò detto, emettere più moneta bancaria (come nell'esempio della Banca Tizio) può avere senso economico.
      Supponiamo che la popolazione aumenti il tasso di risparmio, e che depositi in banca tali risparmi. Il sistema bancario è in grado di espandere il credito, dal momento che ha una maggiore quantità di riserve. Più risparmio, più credito; bene.
      Supponiamo ora che la popolazione aumenti il tasso di risparmio, ma che NON depositi in banca tali risparmi, e che li tenga in casa ("sotto il materasso"). Dunque una parte dei risparmi rimarrebbe inutilizzata e non potrebbe essere prestata; avremmo cioè più risparmio, ma non più credito. Se invece le banche fossero libere di emettere la loro moneta, potrebbero aumentare i loro prestiti in conseguenza dell'aumentato tasso di risparmio.

      Questo non esclude che, in un libero mercato, una o più banche si impegnino legalmente ad emettere moneta supportata al 100% da riserve di oro. Magari diverrebbe lo standard adottato da tutte le banche. Tuttavia, se non si impegnano in tal senso, non c'è alcuna frode nel fare diversamente.

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    2. "E' come se io scrivessi su un foglio che il possessore di quel pezzo di carta potrà ritirare 100 once d'oro dalla mia cassaforte."
      Ma con il gold standard la moneta bancaria diventa equivalente di un determinato peso d'oro. Ad esempio, data una certa convertibilità, dire che ho 100€ o 1 grammo d'oro è la stessa cosa, o dire ho 10 grammi d'oro o dire ho 1000€ è la stessa cosa. Io contesto questo, creare moneta bancaria non "garantita" da una certa riserva in oro (che sia nelle banche o sotto ai letti) è come creare oro dal nulla, è come falsificare un lingotto d'oro. Se ad esempio a parità di tasso di risparmio una banca stampa 1000€, è come se avesse falsificato dell'oro creando 10 grammi d'oro dal nulla perché di fatto oro e moneta bancaria sono la stessa cosa nel sistema aureo.
      A mio parere la banca, come dici tu nella risposta prima, deve poter stampare moneta ogni volta che aumenta il tasso di risparmio, anche quando non aumentano concretamente le sue riserve perché magari i risparmi vengono tenuti sotto al letto. Ma se questo tasso non aumenta stampare moneta equivale a creare dell'oro che non è mai stato risparmiato, come fondere dei lingotti falsi e immetterli nel mercato. E in questo caso dovrebbero intervenire le autorità competenti (Guardia di Finanza o chi per loro) a impedirlo.

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    3. Nei sistemi storici di free banking con gold standard, la moneta bancaria era "solo" un mezzo di pagamento convertibile in oro. La banca si impegnava a dare una certa quantità di oro a chiunque riscattasse le banconote emesse da essa; non si impegnava legalmente ad avere una corrispondenza del 100% tra banconote emesse e riserve auree (*). I meccanismi di mercato ponevano comunque un limite all'emissione di banconote.

      (*) Per fare un'analogia, consideriamo il caso di un'assicurazione. Essa si impegna a risarcire ogni assicurato entro un certo massimale, ma non si impegna legalmente a tenere a riserva quella quantità di denaro per ciascun assicurato.

      Nulla vieta di pensare a un sistema gold standard diverso, in cui esista l'obbligo imposto (o autoimposto) di limitare strettamente la quantità di banconote alla quantità di oro posseduto. In quel caso, però, abbiamo il problema di cui parlavo nel precedente commento: se un correntista preleva 100€ in banconote e li mette sotto il materasso, la banca ha 100€ in meno da poter prestare (ma il risparmio non è diminuito!).

      PS: storicamente, sono esistiti anche sistemi di gold standard in combinazione col central banking. A un certo punto, la Banca Centrale assumeva il monopolio dell'emissione di banconote e, inizialmente, si impegnava ad avere una copertura aurea del 100% (dato tot oro, emetteva solo tot banconote). Nel tempo, il coefficiente di riserva diminuì.

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    4. Si in effetti il fatto che con una copertura totale qualche correntista possa prelevare e mettere sotto il materasso creerebbe uno squilibrio nel rapporto risparmio/prestiti. Però anche in un sistema senza copertura aurea del 100% si potrebbe comunque creare uno squilibrio in tale rapporto, infatti le banche potrebbero creare più moneta bancaria e crediti rispetto al livello reale di risparmio. Se una banca sa che è raro che tutti i correntisti ritirino le proprie riserve contemporaneamente in uno stesso momento potrebbero stampare più moneta bancaria che, venendo poi convertita in base monetaria su richiesta delle altre banche andrebbe si a diminuire la riserva aurea della banca, ma mai ad azzerarla del tutto in quanto è raro che tutti i correntisti della banca stessa si aggiungano insieme alle altre banche allo stesso tempo a una richiesta di conversione in base monetaria.
      In pratica così il gold standard sarebbe sì una limitazione all'emettere moneta bancaria illimitata, ma non al creare una certa frazione di credito non supportato da risparmi reali, e ciò potrebbe in certa misura creare malinvestimenti. Certamente le banche sarebbero prudenti a non abusare troppo di tale emissioni di moneta non garantita da oro (sennò a fallimento avvenuto nessuno le salverebbe), però in una certa parte lo farebbero e se ogni banca lo facesse si creerebbe uno squilibrio non da poco nell'intera economia.

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    5. In poche parole mi pare che la questione di scegliere tra una copertura totale o meno significhi scegliere tra un contesto di "sottoinvestimenti" o "sovrainvestimenti", rimane da capire quale sarebbe peggio sul lungo andare per la stabilità dei mercati.

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    6. Secondo me, la banca non potrebbe erogare più crediti rispetto al livello reale di risparmio. Facciamo un esempio.

      Consideriamo una banca che abbia inizialmente 1000€ di depositi in oro. La banca sa che ogni giorno riceverà nuove riserve di oro, poiché i suoi correntisti riceveranno pagamenti dai clienti di altre banche effettuati tramite bonifici, assegni e banconote emesse da quest'ultime. La banca sa anche che perderà delle riserve di oro, poiché i suoi clienti pagheranno i clienti di altre banche tramite bonifici, assegni e banconote emesse da essa. Inoltre qualcuno chiuderà il proprio conto, e qualcuno ne aprirà uno nuovo. In sostanza, la banca calcola che di questi 1000€ ne potrà prestare solo 900, poiché i restanti 100€ le serviranno per svolgere le quotidiane operazioni di cassa: un giorno ne perderà 80, il giorno dopo ne recupererà 60, il giorno dopo ancora ne perderà 40, etc. Quindi 100€ in oro vengono tenuti a riserva, mentre gli altri 900 vengono prestati e finiscono nelle riserve di un'altra banca. Cosa significa questo? Che il risparmio dei clienti della banca ammonta complessivamente a (almeno) 900€ al giorno, cioè al 90% dei depositi. Se un giorno volessero risparmiare di meno, la banca sarebbe costretta ad aumentare le sue riserve (per esempio, ottenendo un prestito da un'altra banca), altrimenti fallirebbe.
      Lo stesso problema si avrebbe se la banca tentasse di erogare più prestiti. Se presta altri 50€, questi vengono spesi dal debitore e finiscono nelle riserve di un'altra banca; quindi le rimangono solo 50€ a riserva. Ma abbiamo detto che ha bisogno di 100€ a riserva per funzionare correttamente! Del resto, se avesse potuto funzionare con soli 50€ a riserva, lo avrebbe fatto fin dall'inizio. Dunque la banca non può concedere quel prestito addizionale, a meno che: (a) i suoi clienti aumentino il loro tasso di risparmio; (b) la banca riceva un prestito da un'altra banca. Nel caso (b), di fatto la nostra banca ha aumentato il numero dei suoi risparmiatori, aggiungendone uno nuovo: la seconda banca.

      In sostanza, i prestiti della banca sono vincolati dal tasso di risparmio e non possono essere aumentati senza un aumento di quest'ultimo.

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    7. Ah, ok. In pratica se la banca creasse nuova moneta bancaria rispetto ai suoi depositi si troverebbe senza riserve a sufficienza per effettuare gli eventuali pagamenti dei suoi clienti o le chiusure dei conti correnti, questo in quanto questa nuova moneta bancaria se riscattata diminuirebbe la quantità indicativa di riserve calcolate per fare queste operazioni (i 100€ dell'esempio), corretto?
      Un ultima domanda. Non mi è chiaro come le banche potrebbero capire come agire nel caso che la popolazione aumenti il tasso di risparmio, ma che non depositi in banca i risparmi e che li tenga sotto il materasso. Come possono le banche sapere che tale risparmio esiste, anche se per loro è "invisibile" (visto che i depositi non aumenterebbero), e decidere dunque di emettere moneta?

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    8. Cito: "questo in quanto questa nuova moneta bancaria se riscattata diminuirebbe la quantità indicativa di riserve calcolate per fare queste operazioni (i 100€ dell'esempio), corretto?". Corretto.

      Cito: "Come possono le banche sapere che tale risparmio esiste, anche se per loro è 'invisibile' (visto che i depositi non aumenterebbero), e decidere dunque di emettere moneta?". Dipende da cosa viene messo "sotto il materasso". Se i risparmiatori tesaurizzano direttamente l'oro (lingotti o monete), allora non c'è modo per cui le banche possano sapere che è aumentato il risparmio. Se invece lasciano l'oro depositato in banca e (al suo posto) tesaurizzano le banconote, allora le banche vedono un aumento delle proprie riserve d'oro o, che è equivalente, una diminuzione dei flussi d'oro in uscita. Dunque possono prestare di più.
      In generale, le banconote sono più comode da tenere in casa rispetto ai lingotti e alle monete d'oro. Inoltre, per scoraggiare ulteriormente la tesaurizzazione diretta dell'oro, si potrebbero usare monete metalliche sostitutive rispetto a quelle d'oro; diciamo un equivalente metallico delle banconote. I vantaggi per i cittadini sarebbero essenzialmente due: monete metalliche dalle dimensioni e dal peso più ridotti/pratici, e l'eliminazione della pratica della tosatura delle monete d'oro. In generale, è ragionevole supporre che quasi nessuno tesaurizzerebbe direttamente l'oro.

      Da notare che - nel sistema attuale - l'introduzione delle carte di credito e dei libretti degli assegni consente alle persone di "tesaurizzare" la moneta bancaria, lasciando depositata in banca la moneta vera (quella legale emessa dalla Banca Centrale). Questi strumenti sarebbero consentiti anche in un sistema di free banking, ovviamente. Ma il "problema" è che le persone vogliono sempre tenere un po' di contante presso di sé. Nel esiste attuale, il contante è moneta legale (base monetaria: monete e banconote emesse dalla Banca Centrale); in un sistema di free banking, invece, il contante potrebbe essere composto solo o quasi da moneta bancaria.

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