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venerdì 23 ottobre 2015

Free banking - il libero mercato del sistema bancario (3/3)

Terza ed ultima puntata dedicata al free banking. Qui la seconda parte. 



I sostenitori del central banking ritengono che una Banca Centrale sia necessaria al fine di evitare corse agli sportelli e contagi bancari. Nella scorsa puntata abbiamo visto un grave errore di tale approccio: i bank run non avvengono indiscriminatamente, ma riguardano solo le banche che hanno compiuto gravi errori nella gestione dei risparmi a loro affidati. Essi perciò svolgono un'importate funzione di mercato: premiare le banche migliori e punire le peggiori.

Ciononostante, c'è chi sostiene che il fallimento di una o più banche di grandi dimensioni possa influenzare negativamente l'economia di un paese, e che perciò debba essere evitato in ogni modo possibile. La logica sottostante è che, se i danni provocati dai fallimenti bancari superano il costo dei salvataggi necessari ad evitarli, allora è meglio ricorrere a quest'ultimi. In tale ottica, è opportuno avere una Banca Centrale che possa aiutare le banche in difficoltà.
Tali affermazioni nascono dalla mancata comprensione del rapporto di causa-effetto tra fallimenti bancari e crisi economiche. Come spiegato nella scorsa puntata, i fallimenti bancari sono conseguenze - non cause! - dei problemi reali. Sono i cattivi investimenti (cioè una cattiva allocazione delle risorse produttive) a porre le premesse per una corsa agli sportelli della banca che li ha finanziati. Di conseguenza, salvare la banca non risolve i problemi reali che si sono venuti a creare.

Spieghiamo meglio. Durante un processo produttivo, beni capitali (manodopera, macchinari e materie prime) vengono impiegati per realizzare beni di consumo [1]. Se ciò che viene prodotto (output) vale più [2] delle risorse economiche consumate per produrlo (input [3]), allora l'investimento è buono; viene creata ricchezza e l'investitore realizza un profitto. Viceversa, se l'output vale meno dell'input, l'investimento è cattivo; viene distrutta ricchezza e l'investitore subisce una perdita. Poiché le risorse consumate non possono essere recuperate [4], i "danni" causati dai cattivi investimenti sono irreparabili. Detto altrimenti: è fisicamente impossibile evitare una perdita di ricchezza in seguito alla realizzazione di un cattivo investimento. Peraltro, se una banca finisce sull'orlo del fallimento, significa che tale perdita è già avvenuta.

Dunque i salvataggi bancari non riducono i danni economici dei cattivi investimenti. L'unico loro effetto è quello di aiutare le banche peggiori (quindi i loro azionisti e clienti) a spese del resto della società. Coloro che hanno finanziato cattivi investimenti vengono sollevati dall'onere di subire le corrispettive perdite, il costo delle quali viene scaricato sui restanti cittadini. Tale approccio redistribuisce la perdita di ricchezza [5], ma non la elimina - né potrebbe, come abbiamo appena constatato. Inoltre, dal momento che chi sbaglia non paga le dovute conseguenze, si incentiva a "sbagliare ancora" in futuro [6].
Conclusioni

Il free banking è un sistema libero da interferenze statali nel settore bancario (tra le quali, ma non solo, l'istituzione di una Banca Centrale). Come abbiamo visto, la mancanza di restrizioni alla concorrenza e di logiche politiche ne incentiva il corretto funzionamento. Non si può dire lo stesso del central banking, dove l'intervento statale può compromettere le normali funzioni del settore bancario.

Da un punto di vista storico, il free banking può vantare diversi casi di successo [7]: Scozia, Canada, Australia, Colombia, Irlanda, etc. Anche altri paesi furono privi di una Banca Centrale per un certo tempo, ma importanti aspetti chiave dei loro sistemi bancari - come l'emissione di banconote e l'apertura di filiali - erano pesantemente regolamentati, rendendoli di fatto "non liberi" (unfree). Il caso più noto, in questo senso, è quello degli Stati Uniti; sfortunatamente, è anche l'episodio di "free banking" più citato dai critici del libero mercato.

Come mai, allora, ogni Stato ha deciso di imporre un sistema a Banca Centrale? La risposta, probabilmente, è quella suggerita nell'articolo "What You should Know About Free Banking" di Lawrence White:
Laddove gli è stata data una (ragionevole) possibilità, per esempio in Scozia e Canada, il free banking ha funzionato bene per il tipico fruitore di moneta e di servizi bancari. Perché allora i Governi nazionali hanno adottato il central banking? In genere il free banking si è concluso perché l'imposizione di pesanti restrizioni legali o la creazione di una Banca Centrale privilegiata hanno garantito vantaggiosi introiti a gruppi d'interesse politicamente influenti. Il corpo legislativo o il Tesoro possono spillare credito facile alla Banca Centrale, o (in un sistema di moneta fiat) possono semplicemente farle pagare le spese del Governo creando nuova moneta. Lo storico dell'economia Charles Kindleberger ha evidenziato una "forte e manifesta preferenza storica per un solo emettitore [di moneta, N.d.T.]". Come notato da George Selgin ed io (George A. Selgin and Lawrence White; A Fiscal Theory of Government's Role in Money, Economic Inquiry 37, Issue 1, pages 154-165; January 1999), la preferenza mostrata dalla storia è quella delle autorità fiscali, non di chi usa la moneta. Per la stessa ragione, in alcune località (p.e. Londra), il free banking non ha mai avuto una possibilità. Le Banche Centrali sono sorte principalmente non da forze di mercato, ma - in maniera diretta o indiretta - da legislazioni che creavano privilegi al fine di promuovere gli interessi fiscali dello Stato o di banchieri privilegiati in cerca di rendite. 
Concludiamo così la nostra trattazione del free banking. In futuro confronteremo ancora il sistema bancario libero ed il sistema a Banca Centrale, in particolare riguardo all'inflazione e alle bolle finanziarie.

Weierstrass

Aggiornamento (06/03/2016): è consigliata la lettura del Capitolo 8 (La necessità del free banking) del libro "L'Economia è un gioco da ragazzi" scritto da Francesco Simoncelli.

[1] Ovviamente esistono processi il cui risultato finale sono altri beni capitali. Le conclusioni di questo articolo si applicano anche ad essi. 

[2] Qui ci si sta riferendo al valore monetario, cioè alla risultante delle preferenze individuali degli attori economici. 


[3] Facciamo un esempio. Per realizzare un edificio, bisogna impiegare (consumare) diversi materiali da costruzione. Ma non solo. Tra le risorse economiche impiegate ci sono anche le ore di lavoro degli operai e quelle di impiego dei macchinari edili. 


[4] Riprendiamo l'esempio della nota precedente. Nessuno può recuperare le ore di lavoro impiegate da operai e macchinari, ormai sono già trascorse. Stesso discorso con i materiali: in generale, non è possibile recuperare il cemento, i mattoni, la legna etc già impiegati in una costruzione; ci possono essere eccezioni, ma comunque comportano dei costi addizionali. 


[5] E questo è il vero motivo per cui i Governi sono sempre disponibili a salvare le banche (perlomeno di grandi dimensioni). Il costo dei salvataggi viene "spalmato" su un gran numero di cittadini, mentre i vantaggi sono concentrati nelle mani di pochi; è una situazione ideale per la compravendita di voti e di favori. In particolare, spesso il settore bancario "ricambia" i favori ricevuti comprando titoli di debito pubblico - consentendo così al Governo di spendere a deficit. 


[6] Se vanno a buon fine, gli investimenti rischiosi (quelli che hanno la maggior probabilità di rivelarsi cattivi) producono maggiori profitti e interessi. In condizioni di free banking, ogni banca deve soppesare i pro ed i contro di tali investimenti. Se invece esiste una Banca Centrale che si assume il compito di salvare le banche dai propri errori, allora gli investimenti rischiosi presentano solo aspetti favorevoli: se vanno bene, portano più profitti; se vanno male, non comportano perdite. Perciò il central banking tende a causare un maggior numero di cattivi investimenti rispetto al free banking. 


[7] Per chi volesse approfondire, è consigliata la lettura de "The experience of free banking" di Kevin Dowd. 

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