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giovedì 4 giugno 2015

Le bufale del signoraggismo (2/6) - gli interessi

Seconda puntata dedicata alle bufale signoraggistiche. Qui la prima parte.


Oggi confuteremo la seconda tesi signoraggistica, secondo cui non è possibile pagare gli interessi sulla moneta emessa dalla Banca Centrale (BC). Tale teoria si basa sul seguente ragionamento:
  • tutta la moneta in circolazione viene emessa dalla BC tramite prestiti;
  • alla scadenza di tali prestiti, la BC chiede la restituzione di tutta la moneta emessa e dei relativi interessi;
  • dal momento che non esiste una quantità di moneta sufficiente a pagare anche gli interessi, i debitori della BC sono costretti a indebitarsi ancora di più. 
Detto altrimenti: se la BC presta "solo" 100 miliardi di euro e ne richiede 105, come si fa a pagare quei 5 miliardi in più? Secondo i signoraggisti non esiste abbastanza moneta per pagare gli interessi, perciò si è costretti a chiedere in prestito alla BC altri 5 miliardi. Gli interessi generano altro debito, in una spirale senza fine. 
Prima di spiegare perché questa narrazione è sbagliata, è bene fare un'osservazione di buon senso: dal momento che una BC presta denaro alle banche ordinarie [1], quest'ultime le devono pagare degli interessi. Dunque, se la tesi signoraggistica fosse vera, le banche sarebbero le prime a lamentarsi di non poterli pagare! Ma, nella realtà, non lo fanno; evidentemente c'è qualcosa che non torna.

Infatti un primo errore riguarda il fatto che una BC non richiede tutti i suoi prestiti alla stessa scadenza temporale. Sappiamo già che la BC emette moneta per comprare titoli finanziari (pubblici o privati) e che ciò equivale a concedere dei prestiti. Ovviamente i titoli finanziari - come i normali prestiti - hanno scadenze temporali diverse a seconda della data in cui sono stati emessi e della loro durata (che può variare da pochi mesi a decine di anni). Perciò ci basta fare un esempio numerico per confutare la tesi signoraggistica. 

ESEMPIO
La BC presta 100 miliardi di euro al 5% di interesse. Metà dei prestiti scadono al tempo t1 e l'altra metà al tempo t2Al tempo t1 ci sono 100 miliardi in circolazione, perciò le banche debitrici possono restituire alla BC i 52.5 miliardi che le devono ed estinguere il proprio debito. Restano in circolazione solo 47.5 miliardi. 
La BC presta immediatamente 50 miliardi al 5% di interesse [2], con scadenza al tempo t3. Inoltre spende e distribuisce come utili i 2.5 miliardi di interessi precedentemente raccolti [3]. Quindi al tempo t2 ci sono nuovamente 100 miliardi in circolazione e le banche debitrici possono restituire alla BC i 52.5 miliardi che le devono. 
La BC presta immediatamente 50 miliardi al 5% di interesse, con scadenza al tempo t4E così via. 

L'idea che sia impossibile pagare gli interessi è numericamente smentita da questo esempio: il debito associato alla creazione di moneta è sempre pari a 100 miliardi e nessuna banca ha problemi ad onorare la sua parte. Ma c'è di più. Dal momento che la BC vuole mantenere in circolazione una certa quantità di moneta, dal suo punto di vista non ha senso "ritirarla" per poterla prestare di nuovo. Infatti, ad ogni scadenza, la BC si fa pagare solo gli interessi (nell'esempio: 2.5 miliardi) mentre contemporaneamente indice un'asta per riallocare i prestiti scaduti (50 miliardi).
Supponiamo che la banca A abbia precedentemente ricevuto un prestito di 10 miliardi al 5% di interessi e che, durante la nuova asta indetta dalla BC, ne ottenga un altro equivalente. Allora le basta procurarsi (10 miliardi x 0.05) = 0.5 miliardi per pagare gli interessi dovuti alla BC. Se invece ottiene solo 4 miliardi dalla nuova asta, poiché gli altri 6 sono stati aggiudicati alla banca B, allora la banca A deve dare 0.5 miliardi alla BC e 6 miliardi alla banca B; in alternativa, può farsi prestare 6 miliardi dalla banca B tramite un prestito interbancario
In sostanza, l'idea che una BC voglia ricevere contemporaneamente tutta la moneta emessa ed i relativi interessi è semplicemente una favola. Una volta noti i meccanismi con cui viene emessa la moneta, diviene manifesta la fallacia della "teoria degli interessi inesistenti".

Va notato che questa tesi signoraggistica, abbinata all'idea (errata) che l'emissione di moneta indebiti lo Stato, porterebbe alla conclusione che il debito pubblico non possa essere estinto - ed anzi debba continuamente crescere. Si tratta di una conclusione smentita dalla realtà. Esistono vari esempi di paesi che hanno ridotto sensibilmente il proprio debito pubblico [4]. Tra il 1995 e il 2008 il Governo canadese l'ha diminuito dal 68% al 29% del PIL. Tra il 1987 e il 2007 l'Irlanda l'ha ridotto dal 113% al 25% del PIL. Tra il 1950 e il 1990 il Regno Unito l'ha tagliato dal 200% al 30% del PIL. Etc. Infatti è la politica fiscale, e non la politica monetaria, a determinare il livello di debito e la sua riduzione nel tempo.

CONTINUA

Weierstrass

[1] Le BC comprano titoli dalle banche, tra cui spesso le obbligazioni bancarie. Inoltre sappiamo già che le BC dei paesi occidentali non comprano titoli dal Governo, poiché le leggi statali lo vietano. 

[2] Per ottemperare ai propri obiettivi istituzionali, una BC aumenta o mantiene almeno costante la quantità di moneta in circolazione. Perciò, nell'esempio considerato, la BC deve concedere nuovi prestiti per 50 miliardi di euro così da averne 100 in circolazione. 

[3] I ricavi derivanti dagli interessi servono a coprire le spese di gestione della BC e le relative tasse. Ciò che resta - l'utile netto - viene solitamente distribuito allo Stato. Di questo aspetto parleremo nel seguito di questa trattazione. 

[4] Per ovvie ragioni, quello che conta è ridurre il debito in proporzione al PIL: minore è tale percentuale, più facilmente si possono pagare gli interessi sul debito ed estinguere quest'ultimo. Tuttavia, nonostante l'inflazione, è possibile diminuire anche il valore nominale del proprio debito pubblico (per esempio, il Regno Unito lo ha fatto nei primi anni 2000).

2 commenti:

  1. a questi FENOMENI di IGNORANZA che hanno scritto questo articolo CHIEDO:
    dal momento che sappiamo che la moneta EURO è PROTETTA da COPYRIGHT, chi sono i PROPRIETARI della MONETA e della BCE?

    il vostro TEMPO di MENZOGNE è FINITO, e PRESTO molto presto vi sara chiesto conto dei vostri INGANNI..............

    FINANZA - MASSONERIA- SATANISMO - BANCHE - IMBROGLIO del DENARO
    https://plus.google.com/u/0/+MagicOblivion/posts/XMfB2aLGsZr

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    1. @Magic Oblivion
      Il copyright riguarda i disegni delle banconote in euro, quindi non c'entra nulla con la proprietà delle banconote stesse. Cito:

      “In qualità di successore dell’IME, la BCE è titolare del diritto d’autore sui disegni delle banconote in euro in origine detenuto dall’IME. La BCE e le BCN, agenti per conto della BCE, possono far valere tale diritto relativamente alle riproduzioni emesse o distribuite in violazione dello stesso, quali, inter alia, riproduzioni che possano influenzare negativamente la reputazione delle banconote in euro”. ( http://www.giornalettismo.com/archives/1852891/tiziana-ciprini-euro-bce/ )

      Sembra proprio che sia tu ad ignorare parecchie cose. Peraltro dimostri scarsa capacità di ragionamento: anche sulla grafica del cellulare che possiedi esiste un copyright, ma chi è l'attuale proprietario del cellulare? Sveglia.

      Infine, noto che hai accuratamente evitato di commentare i fatti citati in questo articolo. Ti invito a cliccare sui link riportati, così (1) puoi verificare che i signoraggisti ti hanno mentito (praticamente) su tutto, e (2) in futuro potrai evitare di ripetere quelle bufale.

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